Il content marketing è una tecnica di marketing che consiste nella creazione e nella distribuzione di contenuti di valore, rilevanti e coerenti per attrarre ed acquisire un pubblico ben definito, con l’obiettivo di portare il potenziale cliente a compiere un’azione remunerativa. E' una forma di marketing soft che fa leva sul concetto di dono: io brand, dono a te cliente, un’emozione, un’informazione, un momento di intrattenimento, un contenuto di valore, un qualcosa che possa migliorare in qualche modo la tua vita.
[cit.]: “invece di domandarci come creare un contenuto che piaccia a Google, dovremmo chiederci cosa faremmo noi, se fossimo Google, per offrire ai nostri utenti i migliori contenuti“.
In questo modo, riusciamo a capire come ragionano gli algoritmi di Google per offrire i migliori risultati ai suoi utenti. Se abbiamo capito questo riusciremo nell’intento di apparire nelle ricerche degli utenti per la nostra nicchia.
E’ ormai più di un anno e mezzo che questo slogan rimbalza da una parte all’altra del Web. “Content is King” viene usato per dire che il SEO attuale si basa sulla produzione di contenuti di qualità e sposa perfettamente il concetto di “ricerca semantica” introdotto da Google, ovvero la ricerca basata sul significato delle frasi digitate dagli utenti, anziché sulle keywords.
Dal significato della ricerca semantica è stato quindi dedotto, grazie a test e verifiche sul campo, che i contenuti da produrre per il web devono essere si, di qualità, ma pensati per essere utili a chi naviga e non prodotti per indicizzare e posizionare le nostre pagine su Google.
Oggi, grazie agli aggiornamenti che Google ha introdotto nei suoi algoritmi, ogni utente ha la sua SERP personale (la SERP, spiegata in modo semplice, è la lista dei risultati che ci compare quando effettuiamo una ricerca) ed ogni utente ha dei risultati diversi per lo stesso tipo di ricerca.
I contenuti prodotti quindi, devono essere pensati per trattare in maniera approfondita gli argomenti, in modo che possa, quanto più possibile, rispondere alle esigenze dei vari modi di fare ricerca dagli utenti. Trattare gli argomenti in maniera completa e corretta inoltre, fa si che il sito ne guadagni in autorevolezza, cioè che venga riconosciuto pubblicamente come fonte valida ed attendibile per quel determinato argomento. Ecco quindi spiegato il concetto di qualità: qualità non vuol dire scrivere molto ed in un italiano corretto, ma produzione di contenuti utili che trattino argomenti in maniera corretta ed approfondita e che possano posizionarsi nelle SERP personale della maggior parte di utenti possibili con l’obiettivo di diventare una fonte autorevole.
Tutto questo discorso (che è un concetto fondamentale su cui si basa la SEO moderna), per spiegare che ormai, copywriting e content marketing, sono rami che un buon SEO specialist deve conoscere e che oggi è impensabile avviare un progetto serio senza l’ausilio di figure specializzate in questi campi.
1. Utilità dei contenuti: Innanzi tutto l’utilità dei contenuti di cui abbiamo parlato ampiamente sopra.
2. Storytelling: Il secondo elemento, appreso al C-Come, è lo storytelling. Non basta più solo scrivere: bisogna “raccontare”. Non più solo “copy” quindi ma soprattutto “story”. Per iniziare a raccontare (storytelling) bisogna smettere di scrivere per promuovere il proprio prodotto ed iniziare a scrivere per raccontare una storia attorno al prodotto. Una storia con un inizio, una sequenza in mezzo ed una fine (lieta).
3. Real Time Marketing: E’ una tecnica per farsi trovare la dove la gente cerca. Se non cercano il nostro brand possiamo fare in modo che lo trovino in altri modi. L'esempio della Barilla che durante i mondiali, ha saputo sapientemente mixare il trend del momento (i mondiali di calcio in Brasile) con la sua offerta di pasta (ricordate le confezioni?).
4. Native Advertising: E’ una tecnica che supera il concetto di banner pubblicitario. Quante volte troviamo queste invadenti forme di pubblicità mentre navighiamo? Sempre direi! Al punto che sono diventati quasi invisibili all’utente, etichettate come una cosa da non cliccare e di scarso interesse. Il Native Advertising invece è una forma di pubblicità che regala emozioni positive, esperienze coinvolgenti, forme di advertising interattive. L’esempio di Valentina è stato quello della partnership tra la Land Rover e la piattaforma per il trasferimento dei files pesanti “Wetransfer”. Per qualche settimana si caricavano i files in modo divertente su una Land Rover la quale si incaricava di “portarli” al destinatario.
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