L’obiettivo di WhatsApp è mettere in comunicazione persone e imprese, evitando però i banner pubblicitari e lo spam. Significa che le società possono, con il benestare degli utenti - così specifica WhatsApp - informare i propri clienti circa i propri servizi anche via chat. Finora, gli strumenti erano altri - sms, telefonate o mail - e, con nuove funzionalità che «testeremo nei prossimi mesi», WhatsApp vuole trasformarsi in un nuovo canale di contatto. Come? Facendosi aiutare dal ricco calderone di dati personali che è Facebook. Dopo l’aggiornamento dell’informativa sulla privacy, un secondo avviso, infatti, arriverà agli utenti: «Condividi le informazioni del mio account WhatsApp con Facebook per migliorare le mie esperienze con le inserzioni e i prodotti di Facebook», specificando che le chat non verranno condivise con i server dei social network, né con gli inserzionisti. Anche perché sulle conversazioni da aprile è stata assicurata privacy totale, con la crittografia end-to-end. A tutti gli utenti era comparso l’annuncio in ogni chat aperta: «I messaggi che invii e le chiamate sono ora protetti». Con l’aggiornamento dei documenti, WhatsApp vuole anche chiarire questo: nessuno, né loro né Facebook, è in grado di leggere o ascoltare le comunicazioni tra i suoi utenti.
WhatsApp è stata acquisita da Facebook nel 2014 per 19 miliardi e, per i primi due anni, Zuckerberg si è focalizzato sulla crescita dell’utenza, lasciando da parte i profitti. Con il raggiungimento di un miliardo di persone che utilizzano la piattaforma di messaggistica, parte la seconda fase: l’invito alle imprese al business sulla chat. Sulle orme del suo fratello maggiore: pochi giorni prima, infatti, Facebook annuncia un aggiornamento nella gestione delle preferenze. Per combattere gli adblocker - i software che impediscono la comparsa di banner pubblicitari sulle bacheche degli utenti - ma anche per assicurare una migliore comunicazione agli inserzionisti. Per permettergli, quindi, di rivolgersi al pubblico più interessato ai loro prodotti. Ed è proprio il pubblico che decide, con una sezione dedicata inserita nelle impostazioni. Così che, se l’algoritmo del social network ha fatto male i calcoli su dati personali e localizzazione del potenziale cliente, questo può intervenire e modificare le proprie preferenze. Un servizio che Facebook vuole migliorare ancora di più avendo a disposizione il numero di telefono degli utenti, grazie a WhatsApp. «Ad esempio, potrai vedere l’annuncio di una società con cui già lavori, piuttosto che l’inserzione di una società di cui non hai mai sentito parlare» si spiega. Se proprio bisogna fare i conti con la pubblicità, che perlomeno sia su qualcosa che ci interessa.
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